SUMMARY - Quali lavori del futuro?

Finalmente in presenza dopo le tante attività online a distanza, tra le quali eventi, presentazioni di libri e il Policy Paper “Costruire Comunità“, l’Associazione InNova Bergamo si è ritrovata lunedì 4 ottobre nella Sala Aria del Kilometro Rosso insieme a più di 80 ospiti dal tessuto economico, sociale e culturale della città.

Siamo tornati in presenza e l’abbiamo fatto parlando di lavoro, un tema complesso e che deve essere affrontato soprattutto con la chiave del futuro visto come opportunità.

INQUADRAMENTO DEL CICLO DI INCONTRI

L’obiettivo di questo insieme di serate è quello di stimolare spunti di riflessione e dibattiti sulle tematiche più stringenti e cruciali del domani.

Il Gruppo “Economia & Lavoro” ha individuato 3 macro aree di intervento:

1 – Il Lavoro a Kilometro Zero

2- Welfare e CareCity

3 – Innovazione tecnologica

Sono tre titoli che non vogliono in alcun modo dimenticare il tema fondamentale della demografia.

Abbiamo ospitato, prima dell’estate, il demografo più importante della scena accademica italiana, Alessandro Rosina, per fare un punto introduttivo all’interno del nostro kick-off meeting dedicato alle sfide e alle opportunità offerte dalla situazione demografica attuale. Ne sono nate importanti riflessioni e altrettante prese d’atto. Le sfide del nostro Paese non possono essere affrontate senza un vero e serio approfondimento relativo alle politiche attive da sviluppare per affrontare l’oggi e soprattutto il domani.

Il percorso iniziato lunedì 4 ottobre sarà seguito da altri due appuntamenti: il secondo, lunedì 18 ottobre, ha approfondito l’evoluzione del mondo del lavoro e i nuovi diritti con Marco Bentivogli, già segretario FIM Cisl, Giulia Pastorella, Direttrice delle Relazioni Istituzionali di Zoom con l’Unione Europea, Tommaso Nannicini, Economista e Senatore della Repubblica e Marcella Mallen, Presidente di ASviS e della Fondazione Prioritalia.

Il riassunto del secondo appuntamento sarà presto online.

Un terzo appuntamento sarà invece dedicato alle ricadute dirette e indirette sul tessuto economico e sociale di Bergamo.

Un ultimo incontro, infine, dedicato ai soli soci dell’Associazione sarà un vero e proprio workshop (INNOVALAB) finalizzato alla restituzione di un contributo di analisi e studio alla comunità bergamasca.

LA SERATA

  • Saluti istituzionali: Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo
  • Introduzione: Salvatore Majorana, Direttore Kilometro Rosso
  • Relatore: Stefano Soliano, Direttore di ComoNExT- Innovation Hub
  • Relatrice: Anita Montagna, R&D in Education e Career development

InNova Bergamo – ha detto il Sindaco Giorgio Gori nella sua introduzione – è una esperienza positiva per Bergamo, che si aggiunge ad altre ben più longeve istituzioni del “Pensiero” che animano la vita della città: la Fondazione Zaninoni e la Fondazione Serughetti La Porta. Tre esperienze che sanno dialogare, collaborare e che creano valore in favore della collettività.

InNova Bergamo ha saputo cambiare, darsi un’identità ed è stata capace, in questi ormai dieci anni, di avvicinare una nuova fetta di cittadini e cittadine.

Il tema del lavoro rappresenta un elemento fondativo della società. Parlarne è bene, soprattutto dopo l’emergenza pandemica e il lockdown. È necessario farlo, però, con tratto pragmatico, non solo nella legittima e giustificata affermazione del diritto del lavoro.

Come si costruisce, come si crea e come si tutela questo diritto?

Analizzare la situazione relativa alla domanda e all’offerta di lavoro e trovare un punto di congiunzione tra queste due leve è fondamentale, anche in una provincia come quella di Bergamo che rappresenta un’eccezione rispetto al resto d’Italia con un livello di disoccupazione pari al 3,5%.

Una prima e veloce analisi ci porterebbe a dire che qui, in Lombardia e a Bergamo, si soffra in maniera significativa del fenomeno del mismatching di competenze e, infatti, le cronache dei giornali dell’ultimo periodo raccontano un elemento di controtendenza con il racconto del resto del Paese: Il lavoro non manca, ciò di cui necessità il tessuto produttivo è personale specializzato che, ad oggi, non si trova.

 Questo dato ormai pubblico da mesi ha spinto ad affrontare il tema del lavoro con gli occhi rivolti verso le nuove tecnologie, le nuove competenze e le nuove necessità del mondo.

In un sistema che evolve con repentinità, è possibile programmare la formazione nel medio/lungo periodo?

È possibile qualificare il lavoro e rendersi conto di quali aziende operino sul mercato, di quali settori siano in espansione e, di conseguenza, tarare l’offerta formativa?

Un dato su cui riflettere è quello che ci vede, come Paese Italia, negli ultimi posti per numero assoluto di laureati, ma tra i primi, purtroppo, per numero di laureati senza occupazione o che lavorano in settori per cui non hanno studiato.

Abbiamo scelto il Kilometro Rosso come sede del nostro primo appuntamento perché rappresenta un vero e proprio polo attrattivo che ospita, ad oggi, circa 70 attività imprenditoriali innovative con un indotto di personale che si aggira attorno alle 1000 persone. Il Kilometro Rosso ha l’ambizioso obiettivo di far incontrare il mondo della ricerca con quello dell’impresa, all’interno di un panorama in costante e rapida evoluzione.

La struttura persegue questo obiettivo facendo formazione 2.0, con progetti interni e progetti in collaborazione con Università, ITS e il Progetto SMILE coordinato da Confindustria, che crea un laboratorio distribuito insieme agli Istituti Tecnici Superiori del territorio.

La forza del Parco Scientifico è proprio quella di essere ben radicato sul territorio e, nello stesso tempo, di intrattenere rapporti virtuosi e collaborativi con altre realtà virtuose sul territorio italiano e internazionale.

Il dibattito sul futuro del lavoro, si manifesta con fasi cicliche, in particolari periodi, oppure è una riflessione che ci accompagna nella quotidianità?

Naturalmente emerge molto chiaramente che si parla di lavori del futuro nei momenti di maggiore discontinuità sociale dettati dalle guerre, dalle Pandemie e soprattutto dalle rivoluzioni industriali. Da una parte si ragiona di come innovare i lavori già esistenti e dall’altra si provano ad individuare nuovi mestieri utili allo sviluppo della collettività.

Oggi stiamo affrontando da una parte una “guerra” – quella contro il cambiamento climatico – e dall’altra parte, la quarta rivoluzione industriale – un cambiamento trasversale dell’azienda.

Quali strumenti abbiamo per affrontare questi due importanti temi?

I pillar della trasformazione digitale sono:

  1. L’utilizzo dei dati e la connettività
  2. L’analisi dei dati
  3. Il passaggio da digitale a reale
  4. Il marketing e la comunicazione

Dietro a questi 4 strumenti possiamo individuare dei driver

Utilizzo dei dati:

  • Big Data
  • Open Data
  • IoT
  • M2M
  • Cloud

Analisi dei dati:

  • Analisi
  • Machine Learning
  • Bot
  • Ai

Il passaggio dal Reale al Digitale

  • Nanotecnologie
  • Robot
  • Nuovi materiali
  • Blockchain
  • Stampa 3D

Marketing e Comunicazione

  • Realtà aumentata
  • Digital Media
  • Social Media
  • Neuroscienza

Il nuovo mondo del lavoro è pressato da tre grandi forze: Sostenibilità, trasformazione digitale e l’empatia emotiva (soft skills).

Oggi le imprese tendono ad assumere personale, non solo basandosi sulle abilità tecniche, ma anche in base alla capacità di lavorare in gruppi di lavoro e soprattutto all’intelligenza emotiva.

Quello che succede in ComoNext Innovation Hub è simile a ciò che accade al Kilometro Rosso; infatti all’interno di ComoNExT avviene un continuo scambio di informazioni, di conoscenza, di know how utile anche ad imprese del territorio poco innovative, ma che necessitano di nuove tecnologie per restare competitive.

In conclusione, si può dire, che se da una parte abbiamo innovazione dei processi, dei modelli di business, di tecnologie e di mercati, dall’altro abbiamo necessariamente bisogno di persone “nuove” con formazioni rinnovate e backgrounds differenti.

Inizialmente si parlava di orientamento solamente all’interno delle scuole. Poi, col passare del tempo ci si è accorti che era importante formare le Istituzioni che si occupano di creare i percorsi scolastici, fino ad arrivare ad oggi, in cui far incontrare studenti e imprese è diventato fondamentale.

In Europa ci si concentra molto sul ruolo del dato ed è la stessa Europa a spronare il sistema a valutare questi elementi: Si valuta la domanda, l’offerta e si provano a fare previsioni, ma il fattore più importante si basa sul “come”, questi dati, vengono interpretati per prendere le giuste decisioni.

Una delle sfide del nostro tempo è quella di fare chiarezza all’interno di un’enorme quantità di dati. La sovraesposizione a numerosissime fonti di informazioni rende quasi impossibile prendere decisioni razionali basate su tutti i dati a disposizione.

QUESTIONE DI ISTINTO?

Se chiediamo a chiunque, di disegnare con 3 parole il futuro del mercato del lavoro, non troveremmo risultati troppo lontani dalle parole tecnologia, innovazione e informatica.

Le stesse riflessioni le troviamo all’interno dei più grandi report mondiali, anzi, la Pandemia ha fatto emergere quali siano i temi chiave del XXI Secolo: Tecnologia, Demografia, Ambiente, Globalizzazione.

Per poter affrontare la scossa che il Covid ha dato al sistema produttivo avremo sempre più bisogno di imprese, di sistemi e di singoli individui pronti a mettersi in gioco per “disimparare” “reimparare” e “continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita”.

Quali sono, quindi, i fattori per un futuro del lavoro sostenibile e inclusivo?

  1. Il ruolo delle competenze di base – Capacità analitiche, il pensiero critico e la capacità di analizzare i dati per risolvere i problemi;
  2. Il ruolo dell’orientamento – Come il sistema supporta e favorisce l’incontro tra la biografia del singolo e lo sviluppo di un territorio;
  3. Il raccordo tra sistema di Formazione e sistema Lavoro.

L’Unione Europea ha già detto più volte e su più fronti che l’Italia stia sbagliando fortemente l’approccio dell’orientamento perché ad oggi non esistono carriere lineari e non basta inondare gli individui di informazioni, serve sviluppare la competenza di gestione della carriera.

Il mondo del lavoro non è statico, eppure lo offriamo alle nuove generazioni come se lo fosse. Il ruolo dell’orientamento è quello di garantire ai giovani, alla fine del proprio percorso, tutte quelle abilità utili alla gestione della complessità.

Il punto cruciale, da implementare e sviluppare con tutte le energie a disposizione, è quello del raccordo tra sistema di formazione e sistema lavoro. Un ponte, in Italia, ancora tutto da costruire anche se stanno emergendo i primi esempi virtuosi.

Quanto detto, racchiude il senso del nostro voler creare valore alla nostra comunità di riferimento. Stimolare il dibattito, approfondire tematiche stringenti e sviluppare un pensiero critico sono solo alcuni degli obiettivi che si pone questo ciclo di incontri.

FINE